Quando noi morti ci risvegliamo
da Henrik Ibsen
Ideazione, regia, luci Rajeev Badhan Con (in o. a.) Rajeev Badhan, Alberto Baraghini, Rebecca Sisti, Elena Strada e Yuri Piccolotto alla batteria
Presentazione dello studio della produzione SlowMachine 2024
A seguire:
Rinfresco
Tavola rotonda e brainstorming attorno alle forme di produzione culturale dalle Dolomiti alla Laguna
DJ set by Yuri Piccolotto
Hangar11
Via Tiziano Vecellio, 82/n – 32100 Belluno
dalle 18.00 alle 22.00
venerdì 9 agosto 2024

In questi giorni ha avuto luogo la seconda sessione di sviluppo progettuale che prende le mosse dal laboratorio “Live streaming nella produzione teatrale: aspetti tecnici e multimediali” secondo il progetto “Ultracosmi: un ecosistema dinamico per la cultura tra Treviso e Belluno Unesco” di Irecoop Veneto, finanziato dalla Regione Veneto e di cui SlowMachine è partner progettuale.
La conclusione dell’intensa sessione laboratoriale culminerà venerdì all’Hangar 11 nell’ex Caserma Piave con una giornata di apertura pubblica; prevede la presentazione dello studio, cui seguirà la “Tavola rotonda e brainstorming attorno alle forme di produzione culturale dalle Dolomiti alla Laguna”, quindi un rinfresco e si concluderà con un dj set: sotto le stelle se il meteo lo permetterà.
La giornata inizierà alle 18,00 e proseguirà fino alle 22,00, ingresso gratuito su prenotazione – posti sono limitati – scrivere a biglietteria@slownmachine.org
Dopo “Le notti bianche” di Dostoevskij, il regista Rajeev Badhan porta avanti la sua ricerca tra teatro e video attraverso l’ultima opera teatrale scritta dal grande drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, sviluppando una riflessione sull’intreccio indissolubile per un artista tra arte e vita.
La rilettura dell’ultimo testo di Ibsen “Quando noi morti ci risvegliamo” sviluppa l’indagine della compagnia SlowMachine sull’utilizzo delle nuove tecnologie come mezzo per innovare diversi linguaggi artistici, in un’ottica di multidisciplinarietà e contaminazione che coinvolge direttamente lo spettatore.
“In questo testo assistiamo a dialoghi tra “morti” che, inconsapevoli della loro condizione, vivono e discutono del loro declino. Il mio lavoro cercherà di restituire l’intimità e le suggestioni di questo testo attraverso l’intreccio tra la dimensione del teatro, quella del video e quella del live set. Tutto è dichiarato, tutto è reale e allo stesso tempo tutto è finzione, tutto è vivo, ma allo stesso tempo tutto è già morto. Il testo di Ibsen si fa punto di partenza, trampolino di lancio per sviluppare una dimensione visiva che cerca di andare oltre le parole” Rajeev Badhan