ALJAHIM

INFERNO

Ideazione, regia e drammaturgia Rajeev Badhan
Con Ousmane Dembelé, Lucky Diakpombere e Rufus Omokaro
Co-scrittura Rajeev Badhan, Ousmane Dembelé, Viola Castellano, Lucky Diakpombere, Rufus Omokaro
Assistente alla regia Elisa Calabrese
Registrazioni, editing audio e video Rajeev Badhan
Consulenza scientifica Viola Castellano
Animazione Emanuele Kabu

Produzione SlowMachine in coproduzione con Operaestate Festival Veneto

Al-Jahim è un progetto site-specific di teatro immersivo che riflette sulla condizione di reclusione. Un ristretto gruppo di spettatori viene condotto all’interno di un percorso in cui il concetto di “libertà”, spostando il proprio punto di vista, diventa sdruciolevole, torbido, difficilmente afferrabile.

Il lavoro, nato dai processi di creazione nel territorio parte del progetto Comunità Cultura Patrimonio per il contrasto alla povertà culturale, sostenuto da Fondazione Cariverona, è stato realizzato all’interno delle ex Prigioni di Palazzo Pretorio, suggestivo sito che il Comune di Feltre rende fruibile al pubblico dall’estate 2020 e che reca ancora evidenti le tracce del passato utilizzo risalente al ‘500 e mantenuto no al 1965. Lungo il percorso, tra corridoi sotterranei e anguste celle, è stato pensato e ambientato Al-Jahim.

“Le prigioni, l’inferno della migrazione e la discesa agli inferni nella Divina Commedia, sono punti di partenza che incrociano significati e interrogativi sul nostro contemporaneo: Al-Jahim, che in arabo sono “le pene dell’inferno”, porta in scena una riflessione sui luoghi di detenzione Libica come specchio di una realtà sommersa, una realtà che possa trovare e sollevare significati e interrogativi sulla contemporaneità. Una contemporaneità in cui le parole libertà e reclusione oggi risuonano con forse maggiore forza.”

Rajeev Badhan

RASSEGNA STAMPA 

“…La parola libertà risuona prepotente negli animi dei presenti e negli interpreti con una loro storia profonda da raccontare .”
Giorgia Brandolese – La Voce di Rovigo 19/06/2023

“Al-Jahim” (in arabo “le pene dell’inferno”) è il dramma dei profughi, dell’immigrazione che non vediamo e che sfugge alla nostra cattiva coscienza. Performance immersiva per dieci spettatori. Viaggio nei lager contemporanei . Manca l’aria laggiù. Sartre aveva torto: l’inferno siamo noi…”
Vincenzo Sardelli – Krapp’s Last Post (klpteatro.it) 26/06/2023

“…Scrittura, analisi antropologica e arte immersiva si sono fuse per superare la dimensionecdella storia individuale e abbracciare il percorso di vita delle migliaia di ragazzi che quotidianamente ci ricordano il dramma umano libico, tutt’ora in corso grazie alle politiche spesso incoerenti dei diversi stati europei.”
Leonardo Delfanti – PAC paneacquaculture.net 28/06/2023

“Al-Jahim/Inferno, ideato e diretto da Rajeev Badhan e prodotto da SlowMachine, è il racconto in prima persona della detenzione in un campo di prigionia in Libia , centrato sulla vicenda di Ousmane Dembelé…”
Guglielmo Poto – Ateatro.it 01/07/2023

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