La Scala

LA SCALA è un progetto site-specific per la città di Belluno. L’idea parte da una visione di “arte pubblica” in cui la percezione abituale di uno spazio quotidiano viene traslata e risemantizzata. I luoghi di passaggio sono spazi in cui trascorriamo oggi gran parte del nostro tempo, sono luoghi che non hanno densità, luoghi utili o funzionali, che facciamo fatica ad immaginare diversamente dal loro uso. Passaggi che bisogna attraversare per raggiungere la nostra destinazione qualunque essa sia. A Belluno il luogo che è forse il simbolo di questo “nonluogo”1, è la scala mobile che collega il parcheggio di Lambioi al centro cittadino, quotidianamente usata da lavoratori e non, per raggiungere la sede amministrativa e il cuore pulsante della città. Uno spazio solamente funzionale.

Presentazione Opera

LA SCALA è un audio installazione che risuona come un mantra la condizione precaria del lavoratore, perennemente in possibile ascesa e contemporaneamente sull’orlo del declino. Una “performance uditiva” che unisce un ironico spunto di riflessione sulla condizione del lavoratore, attraverso l’atto unico di Dino Buzzati “L’aumento”, ad un’indagine sul concetto di luogo di passaggio, della città come dell’uomo. Una forma di micro teatro al di fuori dei consueti spazi della rappresentazione che pone lo spettatore singolarmente fruitore dell’opera e fisicamente nella posizione stessa di protagonista della sua indagine.Un’opera che si manifesta nella presa di coscienza di vedere un “nonluogo” sotto un altro punto di vista.  Un’azione che vuole far risuonare lo spazio con chi lo osserva, lo attraversa e lo rivive, sotto una luce differente anche se solo per un singolo istante.
Ideazione: Rajeev Badhan.
Con le voci di: Elena Strada, Eliseo Cannone e Rajeev Badhan.
Sound designer: Andrea “Dedo” De Domenico
Registrazioni presso: Zu Soundlight , Laboratorio musicale.

1 Marc Augé: I nonluoghi sono quegli spazi dell’anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastruttre per il trasporto, sia i mezzi stessi di trasporto, ma anche i supermercati, i campi profughi e le grandi catene alberghiere con le loro camere interminabili. Il nonluogo è il contrario della dimora.